Le chiocciole che bontà

Le chiocciole che bontà stuzzicante e prelibatezza. Pietanza speciale che non piace a tutti, diciamo a pochi ma buongustai. Fanno molta impressione ma sono molto squisite, provare per credere; anche io ero titubante prima di assaggiarle, ma poi sono rimasto allibito nell’assaporarle e mangiarle, pure dal loro odorino invitante (che languorino).Le chiocciole le infili in bocca e cambi subito idea in proposito. Gustosissime in umido (io gustate solo così ma penso e m’ immagino in altri modi e cotture) con il loro brodino ed il sughino, che esaltano al top il loro sapore; lasciano anche un gradevole retrogusto. Gustosissime e si accompagnano bene con un buon vino bianco ben graduato, volendo anche con un ottimo rosato. Anche la pastasciutta non è male, con il sugo che le fa sciogliere in bocca che è una bellezza. Un po’ noioso levarle dai gusci con gli stuzzicadenti, piacevole fare la scarpetta con il pane toscano abbrustolito. Il grosso difetto della ricettaspurgarle. Il periodo adatto per mangiarle secondo me a primavera. Anche il vino si beve che è una bellezza mentre passi il tempo ad estrarle dal guscio. Hanno un sapore simile a quello della trippa e lampredotto.

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Spero sia stato di vostro gradimento e leggiate ancora

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